ITALO SVEVO

Aron Hector Schmitz
(Trieste, 12 dicembre 1861 – Motta di Livenza, 13 settembre 1928)
BIOGRAFIA
Italo Svevo è uno pseudonimo letterario.
- Nasce nel 1871 a Trieste, territorio asburgico, agiata famiglia borghese. I suoi genitori sono di origini ebraiche.
- Il padre lo indirizza a studiare economia. Studia in collegio in Germania e impara perfettamente il tedesco. Qui legge Goethe, Schiller, Heine, e altri scrittori tedeschi. Ma → il suo interesse fondamentale è la letteratura.
- 1878 → (17 anni) torna a Trieste e frequenta l’Istituto Superiore per il Commercio “Pasquale Revoltella”.
- Durante gli anni di studio a Trieste, inizia la sua attività letteraria (composizione di testi drammatici).
- Dal 1880 → collabora col giornale di Trieste “L’Indipendente” → orientamento irredentista e liberal-nazionale; si firma sotto uno pseudonimo (Samigli).
- Dopo 2 anni all’Istituto deve cercare lavoro perché il padre (commerciante di vetrami) fa un investimento industriale sbagliato e fallisce → la famiglia viene declassata e passa dall’agio borghese a una condizione di ristrettezza.
- Diventa impiegato presso la Banca Union, nella filiale di Trieste → senso di disagio, oppressione, aridità che troveremo nel personaggio Alfonso Nitti, del suo romanzo Una vita.
- Il sollievo gli arriva solo dalla letteratura → studia i classici italiani e i grandi narratori francesi dell’800 → scrive alcune novelle e progetta il suo primo romanzo, Una vita, pubblicato nel 1892 con lo pseudonimo di Italo Svevo.
- 1895 → muore la madre, a cui è tanto legato.
- 1896 → si sposa con la cugina Livia Veneziani, da cui ha una figlia (Letizia).
MATRIMONIO → svolta psicologica e sociale nella vita di Italo Svevo:
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- sicurezza, serenità e recupero della virilità che gli sembrava irraggiungibile, in qualità di pater familias → prima era insicuro e si sentiva un inetto;
- i Veneziani sono una famiglia di ricchi industriali → dopo 19 anni Italo Svevo può finalmente abbandonare il posto in banca ed entra a lavorare nella ditta dei suoceri → passaggio da una modesta condizione piccolo-borghese senza futuro al mondo dell’alta borghesia → da intellettuale diventa dirigente di industria → deve sorvegliare gli operai, trattare un grosso giro d’affari → inizia a viaggiare per lavoro in Francia e in Inghilterra → conosce il mondo intellettuale borghese di queste due nazioni, dove più di ogni cosa contano il denaro, il guadagno e gli affari.
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Italo Svevo diventa un uomo d’affari e un dirigente industriale:
inizia a percepire come negativa l’attività letteraria, che può arrivare a disturbare e compromettere la sua nuova vita.
- 1898 → esce il suo secondo romanzo, Senilità → insuccesso.
- 1902 → nel suo diario scrive che la letteratura è una cosa ridicola e dannosa e che l’ha eliminata dalla sua vita.
Perchè?
Nel periodo del trionfo industriale, è comune a molti intellettuali avere sensi di colpa, sentirsi parassitari e percepire il frutto del loro lavoro come superfluo e inutile → Svevo lascia quindi la letteratura per passare al campo esattamente contrario: l’industria
- I suoi interessi culturali però permangono → per un periodo continua a scrivere pagine di diario, lettere, appunti e annotazioni filosofiche, racconti e drammi (serve solo un’occasione per riportarli a galla!).
- Prima dello scoppio della Grande Guerra → Svevo incontra James Joyce (esule dall’Irlanda → insegnava a Trieste) → prende da lui lezioni di inglese → Joyce è più giovane di lui, però tra i due nasce una stretta e duratura amicizia → scambi letterari: Joyce dà a Svevo il giusto incoraggiamento a proseguire la sua attività di scrittore.
- 1908 – 1910 → Svevo entra in contatto con la psicanalisi (suo cognato era stato trattato a Vienna da Freud) → se ne interessa e pensa che possa soddisfare le sue esigenze più profonde.
- Riprende la scrittura → durante la Guerra, gli austriaci requisiscono la fabbrica di suo suocero → Italo Svevo si ritrova senza lavoro e incomincia una nuova attività da intellettuale sottoposta alla psicanalisi.
- 1923 → viene pubblicato il suo terzo romanzo: La coscienza di Zeno, iniziato dopo la Guerra → anche questa volta non riscuote successo.
- Svevo percepisce questo fallimento come un’ingiustizia → invia il romanzo a Joyce, che si trova a Parigi → Joyce si rende conto di quanto valga il romanzo e lo diffonde tra gli intellettuali francesi.
- 1926 → il romanzo viene tradotto in francese → riscuote largo successo e da lì viene diffuso in Europa.
- In Italia, però, Svevo non viene ancora ben visto → Eugenio Montale è l’unico a dedicargli un saggio sulla rivista L’esame (1925), riconoscendogli i giusti onori.
- 11 settembre 1928 → a Motta di Livenza (Treviso) ha un incidente stradale e poco dopo muore.